Poldark – Recensione 3×06/3×07 – Episode Six/Episode Seven

Questa volta sono stata costretta a fare una doppia recensione perché le vacanze mi hanno tenuta lontana dal computer.

Dopo un quinto episodio decisamente molto movimentato e ricco di avvenimenti ed emozioni, il sesto episodio di Poldark si dimostra molto più lento e calmo, incentrato quasi interamente in un solo avvenimento: il triste epilogo della storia tra Morwenna e Drake.
Dopo che zia Agatha aveva convinto Morwenna a lasciare Drake, i due sono finiti nuovamente ed inevitabilmente l’uno tra le braccia dell’altro. Il loro sentimento è troppo forte e puro per lasciarsi ostacolare così e questa volta la loro storia ha avuto l’appoggio anche di chi inizialmente gli era contrario. Ross e Demelza sono stati il primo esempio di come due persone appartenenti ad estrazioni sociali differenti possano stare insieme e forse è stata proprio la loro stessa unione ad aprirgli gli occhi: un amore simili non andrebbe ostacolato ma incoraggiato.
Il mainagioia, comunque, è sempre dietro l’angolo.
Galeotti furono i rospi che, in un primo momento, aiutarono l’amore dei giovani a sbocciare. A seguito di una serie concatenata di eventi, venutisi a creare proprio a seguito del gesto di Drake di portare dei rospi del laghetto di Trenwith nella speranza che Morwenna abbia sorriso almeno una volta nel sentirli gracidare, Morwenna è costretta a sposare Whitworth. In questo modo il piano di George di imparentarsi con la nobiltà viene finalmente compiuto.
La spietatezza di George in questo episodio non ha limiti, ma, quantomeno, è stato esplicativo di alcuni processi che lo hanno portato ad essere ciò che è. L’odio di George per i rospi ha radici molto profonde, ai tempi della gioventù, a quando Ross glieli infilava nei pantaloni. E, nello scusarsi per le azioni di Drake, Ross si scusa anche per le proprie. L’odio di George per le proprie origini umili e per i Poldark ha delle radici molto profonde e, in ogni episodio, scopriamo sempre un qualcosa in più su di lui. Di certo venire a sapere queste cose non ci aiuterà ad amarlo, questo no, ma forse può aiutarci a comprenderlo. Da piccolo veniva schernito e George ha sempre pensato che lo facessero per le sue origini umili; Agatha, invece, gli apre gli occhi e con i suoi soliti modi pungenti (ma certo, sempre efficaci), gli fa capire che le ragioni per cui lo schernivano andavano affibbiate solo al suo comportamento altezzoso e non alla sua parentela con un fabbro. George è cresciuto con il bisogno di sentirti pari e talvolta superiore agli altri perché non è mai riuscito a fare pace con le sue umili provenienze.

L’unione tra Morwenna e Whitworth sarà delle peggiori, su questo non abbiamo assolutamente dubbio (e ne abbiamo una triste conferma già nell’anticipazione del prossimo episodio). Le perversioni del Reverendo (di cui abbiamo una nauseante dimostrazione in questo episodio) avranno un terribile impatto sulla dolcissima Morwenna, e come non potrebbe essere altrimenti? Passare dalla prospettiva di sposare un ragazzo dolce e gentile come Drake, il perfetto ritratto dell’amore nobile, a sposare effettivamente un viscido come Osborne, come potrebbe non traumatizzare chiunque?
In tutto questo, Elizabeth gioca sempre un ruolo fin troppo ambivalente. Si dimostra in parte intenerita verso la cugina, ma questi attimi di bontà spariscono sempre, divorati dalla sua invidia e dalla cattiveria che ha sviluppato recentemente. Si dimostra solidale verso Morwenna solo quando la sua presenza può significare un ulteriore permanenza di Geoffrey Charles a Trenwith. La grande similitudine di Geoffrey ai Poldark rende la sua permanenza a Trenwith impossibile in quanto il suo patrigno decide di mandarlo a studiare fuori, come punizione per la sua insolenza, per la sua somiglianza caratteriale al padre e allo zio, per l’amore indiscusso che la madre prova per lui. Come sempre è zia Agatha a fungere da Grillo Parlante e a dare voce alla verità che risiede nell’animo corrotto di George.

Gran parte dell’episodio è stato anche dedicato ad a Dwight e alla sua vita post guerra. La parte difficile del suo salvataggio, alla fine, risulta essere l’abituarsi a vivere nuovamente la vita di prima. Inizialmente sembra che Dwight e Caroline non riescano a comunicare davvero, l’una troppo impegnata a riempire i silenzi con discorsi vuoti, l’altro troppo convinto di non venire capito. Quando, invece, si ritrovano insieme e Dwight riesce ad aprirsi e Caroline è pronta ad ascoltarlo, li vediamo iniziare un bellissimo percorso insieme, che di sicuro li renderà più uniti che mai. Non è mai stato un mistero quanto io li abbia amati come coppia e ogni volta mi confermano che il mio amore per loro è ben posto: riescono a sconfiggere ogni ostacolo gli si pari davanti e ne escono sempre più forti, sempre più innamorati; sono il vivido esempio di quanto le differenze sia sociali che di veduta non contino di fronte all’amore sincero e puro.

Seppur denso di emozioni, il sesto episodio di Poldark è stato un episodio calmo, di passaggio. Il settimo, al contrario, ci ha fornito tantissime novità, tantissimi spunti di analisi e conversazione, tantissimi motivi per attendere l’imminente finale con trepidante aspettativa.

Ad accompagnarci per l’intero episodio sono i preparativi per il festeggiamento del compleanno di Agatha, che finalmente raggiunge il centesimo anno di vita, superando in longevità tutti i Poldark. La gioia di Agatha per l’evento ci trasporta; la sua pungente ironia si dimostra ancora più acuta, forte di quel piccolo traguardo che, diciamocelo, è la sua unica gioia da moltissimo tempo. Sopravvivere a tutti i propri parenti, perfino quelli più giovani come nel caso di Francis, deve essere profondamente triste e deve trasmettere una grandissima solitudine. Agatha è riuscita ad oltrepassare queste emozioni grazie al suo forte pragmatismo, ma avere un nuovo obiettivo, anche se di breve termine, è sicuramente una spinta a continuare a vivere. E George gliel’ha portata via.
Non solo l’ha privata della possibilità di festeggiare il compleanno, ma si è anche industriato per portarle via quel traguardo. E, così facendo, l’ha condotta rapidamente alla morte. Le ha tolto quell’unica cosa che la stava aiutando ad andare avanti e così Agatha si lascia andare al dolore e alla vecchiaia e muore sopraffatta dal dolore. Già perché prima di andarsene si libera la coscienza del segreto che aveva custodito per Elizabeth, quello riguardante Valentine. Lo fa e se ne pente, perché sa che ora la cattiveria di George si scatenerà su Elizabeth ma sopratutto sul bambino, che in tutta questa storia non ha assolutamente colpa. Già malato, adesso dovrà convivere privato dell’affetto genitoriale: già Elizabeth provava sentimenti contrastanti verso di lui, ma ora che il seme del dubbio si è insinuato in George, è facile immaginare come andranno le cose da ora in avanti.
Anche stavolta George ce l’ha avuta vinta (diventando il candidato per il Parlamento), ma effettivamente perde tutto: perde la moglie e perde suo figlio. Tra lui ed Elizabeth non sarà più come prima, un uomo così vendicativo non potrà lasciar andare la cosa. Lui è il tipo d’uomo da serbare rancore fino alla morte, non da cercare riconciliamento. Inoltre, nel corso di questo tempo, lui ed Elizabeth non hanno costruito un rapporto di amore così forte da poter dimenticare il passato e provare ad andare avanti, tutto il contrario. Il loro rapporto si basa su ciò che possono ottenere dal prossimo e dalla lor unione, non c’è la minima traccia di amore in loro.

E a proposito di matrimoni mal assortiti, le nozze di Morwenna con Osborne si dimostrano tanto disastrose quanto avevamo sospettato: lui è un uomo viscido e violento, che esercita su di lei ogni tipo di perversione e violenza. L’unica cosa che la aiuta ad andare avanti è il pensiero di Drake, il suo vero e dolce amore, che al contempo la rende miserabilmente triste per tutto quello che ha perso.
In questo episodio si aggiunge anche la sorella di Morwenna, Rowella (complimenti ai genitori per la fantasia con i nomi, è molto gottiana questa cosa). A differenza della sorella maggiore, Rowella si mostra subito molto più sveglia riguardo a determinati argomenti e credo che il suo arrivo possa portare ad una svolta. Che sia disposta a qualche gesto estremo per liberare la sorella dalla presa di Whitworth?

Ross e Demelza, dopo qualche episodio di pace, si trovano ad affrontare sempre i soliti problemi – problemi che, ormai mi sembra chiaro, faranno sempre parte del loro rapporto. Ross ricomincia a dare Demelza per scontata, a non accorgersi di lei al punto tale da non vedere che sua moglie è al centro dell’attenzione di un altro uomo. Ricomincia a prendere decisioni sconsiderate basate sulla sua testardaggine, senza consultarsi con lei né prendere in considerazione la sua opinione. Insomma, torna ad essere quello di un tempo, quello che con i suoi atteggiamenti ha portato una moglie devota ad allontanarsi inesorabilmente.
Non si può biasimare Demelza per sentirsi lusingata dalle attenzioni di Hugh, è abituata a trascorrere le giornate con un marito che non solo capisce il suo potenziale solo dopo che fa qualche cazzata e i sensi di colpa lo divorano, ma spesso non la vede nemmeno. Vede davvero, intendo. Ross non vuole vedere ciò che ha intorno, vuole solo vedere ciò che gli fa comodo e scusate se c’è qualcuno che riesce a scorgere la meraviglia di Demelza. La sua gentilezza e la sua bontà d’animo sono il suo punto di forza ed un’anima sensibile come Hugh non ha potuto non accorgersi di lei. Io sono contenta. Ross non si merita Demelza, non per come non manca di comportarsi. E se deve arrivare al punto di perderla per aprire davvero gli occhi, allora che succeda pure. Non si può dire che Ross non si sia meritato tutto quello che gli succederà.

Questo episodio è stato pregno di emozioni, un bellissimo episodio in pieno stile Poldark. La fine di questa stagione è ormai vicinissima purtroppo, ma con questo settimo episodio introduttivo per la parte finale della stagione, possiamo stare certi che gli episodi finali che ci aspetteranno saranno assolutamente encomiabili.

Nel salutarvi e nel darvi appuntamento alla prossima settimana, vi invito a passare dalle splendide pagine di Poldark Italia, Gabriella Wilde Italia, Eleanor Tomlinson Daily e Ross e Demelza Poldark Italia

About Jeda

Top 5 : Banshee, Twin Peaks, Son of Anarchy, Homeland, Downton Abbey. Nata e cresciuta in mezzo al verde e alla campagna nel lontano 1990, Jeda sviluppa sin da piccola l’innata capacità di stare ore ed ore seduta di fronte un qualsiasi schermo a guardare serie tv - che, in età infantile, erano cartoni animati. È una dote che le tornò utilissima con l’avvento dello streaming, riuscendo a vedere telefilm senza stancarsi mai, ignorando completamente lo studio e i risultati si vedono: fuoricorso da circa mille anni, la sua preoccupazione principale è quella di riuscire ad essere in paro con i recuperi, almeno una volta nella vita. Le piace leggere, scrivere ed ha una passione quasi ingestibile per le cose oscene.

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